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Starless

by Moonchild(s)

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1.
2.
eNosferato Stelle buie. Dai luoghi più fetusi Iside indossa velo d’intransigenza, disumana resistenza energia dissipa la mole ornata di finissima ragione olistica ante litteram, sui vari piani essenziali sovradimensionali dell’eclettica, smista logica algoritmica danzando sulla melodia del cosmo. Caos binario post Genesi brancola e bracco la branchia di una gaia scienza lost in space. Tra sconosciuti “Nice to meet you, guys!” Come goonies pubici limiti e fremiti, amplessi sinergici e passi alchemici lega ciclopi a ghiandole pianeali alzando gli occhi al cielo nero. Bismillah ar-Raman ar-Rahim imploro il vero! rit x2 Nella cupola cupa la lupa chiede di Venere, alza le palpebre e vedi che l’avida sete saziata da Satana imprime su cresime. Pericle imprime nome su ostrakon di costellazioni primordiali in etere d’ebano. Nabla Zero corrente Cyberpunk, qua tutto è più che reale: solo sentimenti spam, la solitudine è normale. Accerchiati da banner, assuefatti dal banale, osservati dagli scanner, colpi al lobo occipitale. Noi dediti a legami mesmerici, inscindibili dai medici. Morbi fittizi: zitti e credeteci. Vendesi varia e vasta gamma di anestetici, tremiti e bulbi oculari color cremisi. Notte buia con cieli neri, mostri i falsi e celi i veri mostri nascosti tra i più reconditi pensieri, è una continua lotta con se stessi in cui il tutto sta nell'abituare la vista a sta maledetta oscurità. Cerco corpi celesti e la nostra gemella Venere, organismo nell'oblio che marcisce nell'incedere: Fuggire da accecante luce fredda bianco cenere e ricercare l'amore nel tepore delle tenebre. Rit. Luci al neon, uomini impazziti e istinti biechi non vedono le stelle, prodotti dai volti ciechi.
3.
eNosferato Audio da Cleto secreto. Crudo tridente. Implemento di pneuma. Cura di cloro, frammenti di stenti, tasta misto stilema. Audio trance porta nella mente di Jack Torrance. Labirintico oblio, arrivo là muovendo mani come nuvole. Dame evito subdole mannen affangul patret e mammet e tutta la sacra cort celest. l’Es comanda e scappo fino alle porte dell’est, alla montagna sacra. Vivo tempi di magra, agri frammenti d’impatto li associ a più grappoli. Vivide le ali i cui vacui denari arderei, li ti di malati in paradisi fiscali fecali...dai...Liquidi soliloqui qui. Aliquote e quadri... Pigio il piede in una Delorean. Protogloria dell’archetipico mio habitat: Tibet. rit x2 Sgama chi [...] sia stato come al Cluedo, tra torme vi vedo, forme che svesto senza equilibrio in un universo inverso. Nabla Salto carpiato nel vuoto atterraggio in casa di cristallo, volo pindarico senz'ali in ignoto: fase di stallo. Stando all'empirismo tutto ciò che è stato è in ballo, ma resetto ogni mio fallo in cache che disinstallo. Nel buio tesso trame, come Dennis Spider, recido giugulare della terza madre con spade affilate, lame infilate verso entrante ortogonale all'asse rotazionale di corpi caldi con sembianze umane. Puttane nate in tana di Anat sotto stelle di eternit, stirpe di Satana, ledono stamina e sbranano l'anima; assenza di gravità per emozione che in circolo gravita, esecutrici d'aborto per scatola cranica gravida. Sapida libido incido su catene di Andromeda, dilanio cranio su asfalto come Cassel "Ian Dobermann". Da quando sono solo al suolo odo il suono del duolo: un inguaribile romantico esteta, no homo.
4.
Vitro Custode del velo vedovile vedo vell'ovile d'oro cinto dalla minaccia d'assenza, dissolvenza in nero; mentre altrove desnuda la voce mostra alla mano scrittura Euridice - rabbuia nel sale dell'occhio seccato nei resti di passi dettati all'ombra d'un cipresso in vetro: luce converge i suoi raggi attraverso, riflesso il foglio che è il corpo si è perso, inciso in ellissi vocali si afferra già specchio in lettura della propria eclissi; d'ora in avanti l'orma seguirà l'incisione sul ferro delle croci guidando un volto promesso al suo inferno personale per suonare il tramonto degli abissi che ci osservano; testimoni del martirio i vinti che fanno della propria lingua il feretro a cui convergono in visita i turisti. Ma vedere non è parlare, eppure vedo - la bocca muove da sé, l'anima protesta, memoria estranea dipinta dall'auto da fè della parola implode nebulosa a cui l'inchiostro da prole - questa notte china sull'ultima stella è l'oblio, l'amnesia del nome in cui divento il Dio tradito dalla mia stessa voce. Nabla Candido oblio per immersioni in non-spazi-temporali, coercizione creativa contro automatismi vari; ispirazioni per anemiche illuminazioni astrali, chiudo gli occhi tangendo vari punti cardinali. La luce artificiale resta spenta, la mano si fa ferma, la mente lamenta, lentamente stati di follia rasenta, attenta attende che la migrazione avvenga, la penna artifici lessicali sedimenta. Stenta alla vista del vespro alla finestra: simil-status d'ansia. Psiche danza e la crepuscolare istanza agisce in concomitanza in una lirica mattanza. Sulla carta solchi rudi, frutti di pensieri cupi e nudi, fiati di discorsi tristi nati e morti muti; delicati effluvi nel momento in cui trasmuti per riflessi lunari penetranti grigie nubi. Flussi incontrollabili che colmeranno il calice, "figlio della luna sognante all'ombra di salice". Divergo da abbracci caldi di vestali languide con pagine madide di inchiostro, sangue e lacrime. eNosferato Vivi abili velivoli in cui vige Caos, i lasciti di lievi bivi d’efebi flessibili li lascio a ellissi in erebi. Con vacuo desio opulente evacuo sequela adegua mentre per le strade va la verna mistico incubo seguente al parto del pianto di una lucerna. Germe in agitato genos agita la furia della memoria da rimozione tellurica. Aghi aculei cuspidi di fuoco da lungi fissi in luogo deforme, livori ed elisir in siffatto loco crocefissi in un fonte. Laidi tepori del vituperio divulgato da Laio prole cieca avanza ricoperto di calda casacca uzbeca mormorando il codardo con il suo gin gorgoglia ansimante in liquido psichico, vertebra teme la tenebra, moto elicoide nel defluire di pensieri coassiali in oblivione tenue ottempera. Anima scevra di contrappeso alla corrennte. Calligrafia che si snoda informe soavemente. È la fine dell’idillio: luogo a meno in un buco di cul bucolicum putrescente diviene.
5.
eNosferato Spero che la metà sia sempre di un intero, mezza verità o qualcosa in meno. Il nembo fitto dell’impero opera vendetta. L’armonia e la dissonanza in sillabe sono la panacea, equilibrio cosmico che avverto. Arrivo in vetta. Sacerdotessa achea che mi libera d’abrasivi legami che m’invertono. Divelto il lato parco di parole glabro, elaboro, do adito a propositi dediti ad additivi pro nevrosi. Sentimenti e rimembranze ostacolo, m’accollo il carico di cose fatte, di cose viste e dame alquanto sciatte. Scalza su sabbia ibernata di un deserto karmico alla fonte di una nenia smania, cagna! Obbedisca all’obelisco! Lische ed ossa inossidabili, pile alcaline inducono la scarica nei casi dissipanti. Cime innevate, puro manto che splende al buio, buio in aiuto nell’emergenza di un distacco dalla materia tra me e il mondo scorre il vuoto, freddo piloto i chackra in un delirio mistico, gote cianotiche al contatto, uniforme e circolare il moto - probo, propizio ed insidioso Crono. Non cerco facezia che dia goliardia ai miei dialoghi: diafana purezza tra montagne insormontabili. Vili sciamani scevri di discernimento, cani! Cime pudiche, calici dai cui bagliori uscirono soffi vitali. rit x2 Tao. Oblivione d'amplesso, vivo decesso. Seducente polarizzazione la tesso come norma, dal vuoto è forma. La forma e un vuoto che idealizzo in toto. Nabla Stillicidio emozionale estrania azioni al razionale, distinto animale istinto: alterazione sensoriale. Estinta la distanza tra l'impudico e il mentale in punto tangenziale tra metafisico e carnale. Veementi abbracci wormhole, potenti sguardi slow-mo, momenti avvolti in lattice a modo di membro in condom; si prezzerà il ricordo dell'armonico impatto di membra a contatto e un unico corpo contratto. Contando gli istanti di animo messo a digiuno da gaudiente manifestazione del tutto in uno, prepotente attrazione di opposti: piacere puro, con latente lancio di dado per ledere il Ludo (illudo). La fine non si allontana rallentando i passi, altalena tra etilici amori ed umori bassi. Mente medita: la meta ha stasi nel mutarsi e in ambiti secondi candidi di catarsi.
6.
eNosferato Piovre sul marmo dell'are. La Luna sorse ad incantare tra i vapori notturni nebule e veli in peplo ricoperte le Pleiadi, timida intimità. Negli arrivi trenodiando un senso di sacralità. Vergini accorsero con corone d'edera all'arida valle, poi fanciulli in tunica, gli astanti, eccetera. L'anziana guida a dieci passi dai monoliti organici greci vide l'emanazione fatta carne d'Apollo con tirsi e fregi. La lira risuonò nell'esultanza e nel fragore d'occhi adepti lineamenti perfetti nel profferire l'eloquenza, fiume di luce. Orecchie tese alla corrente fino all'invito di un grido, pioggia solare sui volti tesi, l'abbandono rapido d'abiti dai movimenti vaghi, in su la valle ne risplende: è l'Evohè! Suono sacro sia seminato nell'Eunoè. ritx2 Draconiana danza imprime il Male dell’umanità, Adrammalech sussurra il vero nell’oscurità. Animo-Serramanico in atarassico panico rigetta la sua essenza eiaculando in aramaico. Nabla Agonizzante vespro per l'adepto dell'inverso, resto immerso nello stesso stress per ere compresso. Perirei depresso non avessi alcool e note, mi appropinquo al presbiterio, salutando il sacerdote. Dissigillati gli obelischi, mescita di sidri lisci, fluidi in flussi fluttuanti in versi densi come whiskey. Percepisci i rischi del lenire sensazioni viscide; oscuro ego ammonisce: Sacrificio di viscere. Bevo nettare nero o verde, trasparente, per non perdere raggio lunare che riflette; deflette mente mentre siero scende per partenza d'armonica danza che il tutto comprende. Vuotando calici più o meno grandi in tempi più o meno distanti giungon’ demoni in ascesa con abbracci caldi. Tremore di pareti mostra l'iride contusa, si scioglie il sodalizio per cerimonia conclusa. Deflagro e inalo incenso per ovviar sapore intenso. Paranoie verso le tenebre, emano fumo denso. Urino su nidi di male, evoco rogo di Salem: ferite con sale per malessere che assale. rit x2 Daretta Con tetri riti, miti e falsità di idoli uccido per perverso verso immerso in sorso buono d’acido. Tredici tavole in smeraldo e il vento come araldo, estraggo e leggo il buio da un umano ancora caldo, ancora in vita, invito al vuoto come forma il tempo fermo, fermentando voce e verbo con sapore a torba. In cupo simposio invado elisio, bevo scuro infuso, vomito un’offesa, sto piegando un’altra frase. Invoco pioggia e nebbie, rime sono sabbie chiare del pianeta Arrakis. Welcome to my abyss, Brain Star Solaris, elimina lo scempio, ampio esempio compio musa e musica nel tempio. In trio creo criogenesi di oblio grigio, brucio Sutra scritti su fogli bianchi ora bevi di mandragora, un egregora ti logora con sangue d’angeli, macchio vangeli, ti congeli. Spiriti che danzano per te sotto la luna ti staranno sempre sopra mentre il fuoco ti ricopre; Etilica moonshiner cottura in alambicco, con fluido flow di floripondio sputo odio d’indio. Annaffio il bulbo nero con le lacrime di psiche, psicosi chiusa nel mio cranio, no non chiede venia. In pura nenia ipnotica ti mastica l’estetica, dunque ormai lo sai che la tua fine non è l’unica. rit.x2
7.
eNosferato Candore emanazione di un silenzio azzurro, esalazione di profumi primaverili, Canti di Beati, sospese aquile in aria - la mia Meta - sfiorando corde di cetra immaginaria. Aironi ed albatri dal cielo ai baratri. (Confini più che sottili...) Ingoio l'ansia e perdo chili. Trivium labile, sandali e saio o karategi. Deus ex Anima su lama di katana. Spirito fero. Reportage dal bosco mesto. Musico e mescolo l'idea che siamo nuvole turbate in uno sporco cielo di febbraio. Cranio sotto quattro assi di un camion. Vanagloria, parole che non comprendo, è un cicaleccio che riverbera e ricamo il tempo su corteccia d'albero della mia vita: l'Ulivo. Io dai miei avi ho appreso questo e chi lo scorda adesso!?! Da dove vieni non importa, è a cosa tendi. Il cielo cola come infusi d'aloe. Tavole che antiche vanno rotte. Prega il Dio ch'è in te e t'intende. rit x2 Non cercarti fuori. Deserti cupi illumini dentro nebula cremisi. Notte paranoica laccata di luccichii. Enfiate palpebre si adombrano celando ciò che è solo, celebrando nozze chimiche s'incontrano. Nabla Vaganti mine esplodono in un taciturno prato, petalo d'amore che si posa su suolo asfaltato, un non-futuro avvelenato con infuso di nitrato proprio mentre il fiore del presente sbocciava rosato. L'adesso è un intenso sguardo terso e perso verso l'essere complesso del convivere più denso. Il tempo passa all'inverso ed io disperso nell'immenso, come immerso in armonico suono di flauto traverso. Stesso compromesso compresso nella stasi del prima spesso declina la vita in penetrante brina; mente che mira alla verità in favella ermetica mentre perdo i sensi scaldato da luce gelida. Concentrica circonferenza per danza di masse muta punti di vista e radianti della parallasse; fronde che accarezzano visi e gialle calendole per eterno sposalizio di mutevoli molecole. ritx2

about

[CGW 001]

Moonchild(S):
eNosferato / voice
Nabla / voice
Kletus.K / beats

feat. Daretta, Vitro, Dj Swordkilla

credits

released June 15, 2015

Produced, mixed and mastered by Anacleto Vitolo (AKA Kletus.K) @ AV-K studio

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Cogwheel Records Italy

Italian indipendent label about alt-rap, hip-hop, beats, noise and tunes

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